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Che cosa sono gli additivi superfluidificanti per il calcestruzzo

Con il termine superfluidificanti si fa riferimento a una particolare categoria di additivi che viene impiegata per ottimizzare le prestazioni del calcestruzzo. Nello specifico si occupano di modificare tali prestazioni, a seconda dei casi, in corso di esecuzione oppure in esercizio, quali ad esempio la resistenza meccanica, il ritiro, la durabilità o altro ancora.

Vediamo di più qui di seguito.

⛏️ Guarda anche: Che cosa sono gli esteri fosforici e a cosa servono

Dai fluidificanti ai superfluidificanti

Fino ai primi anni ‘70 al calcestruzzo venivano aggiunti degli additivi fluidificanti a base di ligninsolfonato (residuo dell’estrazione della cellulosa dal legno) o talvolta di glucosio, gluconato sodico e altro, che consentivano di incrementare la lavorabilità del composto a pari valore del rapporto acqua/cemento, determinando anche una sensibile diminuzione della tensione superficiale dell’acqua di impasto, e riducendo così il quantitativo di acqua necessario per ottenere determinate consistenze. Il calcestruzzo aveva così una maggiore durabilità, resistenza a compressione e ritiro igrometrico.

Arrivarono però i superfluidificanti, i quali venivano prodotti per sintesi chimica ed erano basati su polimeri idrosolubili: prima poli-naftalin-solfonato (PNS) e su poli-melammin-solfonati (PMS), e poi poli-acrilati (PA) e poli-carbossilati (PC). Questi superavano i fluidificanti fino a quattro volte in termini di performance, e divennero di conseguenza uno standard industriale.

I superfluidificanti oggi

Ad oggi, si stima che i superfluidificanti siano gli additivi più utilizzati all’interno del mercato italiano del calcestruzzo, con stime che arrivano fino al 95% del totale. Insieme ai fluidificanti, vengono classificati dalla norma UNI-EN 934-2 in base alla loro capacità di ridurre il fabbisogno d’acqua per l’impasto; i fluidificanti (FL) hanno un potere riduttivo di almeno il 5% circa dell’acqua, mentre i superfluidificanti (SF) di almeno del 12%. 

La norma poi distingue tre ulteriori categorie relazionate ai tempi di presa e alle resistenze meccaniche: fluidificanti ritardanti (FR), fluidificanti acceleranti (FA) e superfluidificanti ritardanti (SR).

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