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Fosfato di zinco: approfondimento sui principali utilizzi industriali

Il fosfato di zinco è un composto inorganico minerale dalla formula di base Zn₃(PO₄)₂, insolubile in acqua, che grazie alle sue caratteristiche anticorrosive viene molto apprezzato come soluzione antiruggine per rivestire superfici metalliche, ottima alternativa ai tossici e ormai superati prodotti in piombo. Ma è anche utilizzato come primer (ovvero come pigmento di fondo per vernici), e come parte dei processi di zincatura. Vediamo nel dettaglio alcune delle sue applicazioni.

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Fosfato di zinco come rivestimento anticorrosione

I rivestimenti al fosfato sono comunemente usati come rivestimento protettivo antiruggine, ma anche come lubrificante o come base per operazioni successive di verniciatura. Comunemente, ne vengono impiegati di tre tipi: fosfati di zinco, fosfati di ferro e fosfati di manganese. E nello specifico, i fosfati di zinco sono utilizzati per impermeabilizzare uno strato di base di lubrificante, e come base per vernici e rivestimenti antiruggine, e possono essere applicati anche mediante spruzzatura oppure immersione. La grande struttura cristallina di questa polvere consente infatti di trattenere in maniera eccellente l’olio e creare adesione con la vernice. Il ruolo del fosfato di zinco è quello di consentire la protezione delle superfici metalliche dalla dissoluzione anodica e dalla conseguente comparsa della ruggine, processo molto importante anche nelle lavorazioni di saldatura e riparazioni di lamiera moderne. Il trattamento che porta alla realizzazione di uno strato protettivo di fosfato prende il nome di fosfatazione allo zinco, viene effettuato tramite immersione alla temperatura di 70°C circa e può essere applicato su ferro, ghise, acciaio legato e acciaio al carbonio. Ma oltre a proteggere dalla corrosione, questo trattamento consente anche una funzione indispensabile di ancoraggio per riporti di materiali quali ad esempio lacche, vernici, gomme, teflon, stearati ed altri ancora.

Fosfato di zinco e applicazioni odontoiatriche

Pur non essendo ormai l’unica scelta nel settore, in odontoiatria il fosfato di zinco viene comunemente usato da tempo (da circa l’anno 1878) come cemento dentale, sia come base per i restauri dentali relativi a perni, monconi e viti, che per la cementazione di restauri permanenti in metallo e biossido di zirconio; e il suo lungo utilizzo fino all’arrivo delle resine adesive lo ha reso uno standard di riferimento. Particolarmente resistente alla compressione, viene usato per intarsi, ponti, corone, apparecchi ortodontici e anche come applicazione temporanea. Più recentemente, invece, il fosfato di zinco sta venendo studiato anche come stabilizzatore per dentifrici a base di fluoruro stannoso, che sembrano avere degli effetti migliorativi sul controllo del biofilm dentale, e di conseguenza sulla salute gengivale e parodontale.

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